Nel
terzo incontro con l’associazione PachaMama, i bambini oltre che a
svolgere un’esperienza per lo sviluppo del tatto finalizzata a
riconoscere le tipologie di alberi presenti nel bosco, hanno imparato
a camminare con gli occhi chiusi, lasciandosi guidare da un compagno
e sviluppando così la fiducia verso l’altro.
Ancora
con gli occhi chiusi poi i bambini hanno dedicato alcuni minuti a
toccare le diverse cortecce cercando così di indovinare a quale
albero appartengono; imparano così a distinguere tra quercia, pino
silvestre e olmo.
Successivamente
i bambini hanno percorso da soli un tratto di strada più lungo,
tenendosi, con una mano a una corda tra gli alberi, con l’altra
incontrando di nuovo le diverse cortecce. Il percorso è stato
ripetuto una seconda volta, con gli occhi chiusi e con il supporto
delle voci degli educatori ambientali: è facile ormai riconoscere
una quercia da un pino, anche ad occhi chiusi!
“Le
mani sono gli strumenti propri dell’intelligenza dell’uomo”
(Maria Montessori)
“I
bambini osservando la vita di piante ed animali, elaborano idee
personali da confrontare con quelle dei compagni e degli insegnanti”
(Indicazioni Nazionali 2012).
Rientrati
a scuola, osserviamo al microscopio e con le lenti le diverse
cortecce distinguendo quelle giovani dalle vecchie.
Rielaborando
quest’attività, i bambini hanno ampliato il loro lessico specifico
e spontaneamente hanno rievocato conoscenze pregresse facendo un
paragone tra loro “piccoli osservatori di cortecce” e il picchio
che, proprio tra quei rilievi, trova gli insetti con cui cibare i
suoi piccoli.
Anche
questa giornata nel bosco si è rivelata quindi come un ottimo spunto
per riprendere argomenti già trattati (gli animali del bosco) e
approfondire nuove conoscenze (i diversi alberi del bosco).
“Acquisire
competenze significare giocare, muoversi, manipolare, curiosare,
domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso
l’esplorazione, l’osservazione e il confronto tra proprietà,
caratteristiche, fatti; significa raccontare e rievocare azioni ed
esperienze e tradurle in tracce personali e condivise.”
(Indicazioni Nazionali, 2012)